Monday, December 20, 2010

Il tempo di gomma








Come un elastico si allunga o ritrae a seconda delle mie volonta’, come una pasta per bambini assume le forme che desidero; scatta veloce nei momenti di massima eccitazione,scorre placido come un fiume d’estate in quelli di relax. Posso appoggiarlo al suolo e lasciarlo aspettare fino a quando non mi ritorna la voglia di giocare con lui oppure gustarne lentamente i piaceri, riveverli, avvolgere e svolgere i miei ricordi sopra un foglio bianco in un continuo stato di pace, di calma,lentezza. E’ questo per me il primo gran piacere di un lungo viaggio in mare: la detemporizzazione della vita. A volte soffermandomi sul mare, sui suoi colori mi chiedo quale possa essere la differenza tra ora e mille anni fa, cosa sia cambiato da allora. Inganno il tempo e me stesso lasciandomi trasportare da questi pensieri, immaginandomi a bordo di un antico veliero oppure cercando di dimenticare per un attimo chi sono e da dove vengo, vivendo semplicemente l’ambiente, il mare, e cosi’ scopro l’eternita’. Capisco che la sua dimensione non ha nulla a che vedere con la mia, che io potrei morire e rinascere per altri mille anni ma non riuscirei mai a raggiungere una continuita’ come tale, nonostante i diversi venti,correnti,mesi dell’anno. Il mare e’ il sangue del nostro pianeta, non ha capo ne fine, e’ il collegamento tra tutti i continenti, tra tutte le specie, l’origine della vita; e’ un ciclo continuo che dura da milioni di secoli ed io uomo dagli anni contati ci galleggio sopra, inebriato dai suoi vapori antichi.


Grande attraversata sul Creuza de Ma





Appena scapolato il capo orientale di Fuerteventura la grossa onda da Ovest della burrasca appena passata entrava con prepotenza sulla nostra rotta... Ma il Creuza de Ma galleggiava sull’acqua con l’armonia di una ballerina, mantenendo una rotta stabile, movimenti mai troppo bruschi e un buonissimo equilibrio alla barra. E’ stato veramente un piacere iniziare a conoscerla cosi’, se in quella situazione, onda di bolina stretta e vento al lasco, riusciva ancora ad essere comoda, beh non ci aspettava altro che una piacevole navigazione... Il Creuza de Ma e’ un bellissimo Swan 65 disegnato da Sparkman e Stephensen (ndr), perfettamente mantenuto dal suo adoratore-proprietario e amico Andrea. Mi sono ritrovato a Lanzarote il 23 novembre, dopo 3 mesi di inattivita’ marittima e con una gran voglia di riprendere il mare.In realta’ Andrea non lo avevo mai visto prima, ci siamo conosciuti via radio l’anno prima e fin da subito abbiamo avuto un buon feeling, cosi’ che a settebre e nata l’idea di un bel viaggio sul suo Creuza.A bordo eravamo 7 in totale: Isabella,la moglie di Andrea, Marco e Giula, Cristina, Ezio, Andrea ed io. Fin da subito e nato tra tutti un bel affiatamento, ciascuno mettendo del suo per rendersi disponibile al prossimo e nonostante l’attesa un po’ stressante di una settimana per aspettare un miglioramento del tempo, una volta in mare tutti i tasselli sono ben combaciati. Siamo partiti il 30 novembre con una prua molto a Sud risicando la costa della Mauritania, per poter evitare una grossa depressione in arrivo da Ovest. Solo dopo 6 giorni di navigazione, ben franchi dalle perturbazioni, abbiamo potuto virare, prima a SW e poi a WSW.Proprio in quei giorni pero’ una piccola bolla di alta pressione si formava sopra le nostre teste, costringendoci a smotorare per quasi 3 giorni...Il vento e’ ripreso da NNW prima a F3 ma rinforzando velocemente a F6-7 per un paio di giorni, permettendoci cosi’ di percorrere ben 600nm in tre giorni...Abbiamo mangiato sempre come lupi, a bordo eravamo tutti buongustai e anche buoni cuochi, sopratutto, Giulia,Marco e Andrea. Scorpacciate di Dorado, suschi,carpacci, sopresse,pasta, pane fresco, pizza e torte...Insomma una barca italiana a tutti gli effetti!! Siamo arrivati a St Marteen al gran galoppo, il giorno 18 dicembre all’alba stabilendo anche il record dell’attraversata di ben 220 miglia in 24 ore, che bellezza!! Come buon rito, birretta fresca e alla sera gran festone a ballare musica caribica alla “Boite Antillaise”.




Tuesday, June 15, 2010

March/April 2010: Caribbean

It’s been a while since we’ve up-dated our Blog, it is difficult when travelling, with only a month to see everything and the will to meet local folks, internet and Blog where the last of our worries. Sorry friends ;-), I think you’ll understand…



So, we reached land after 24 delightful days at sea, we arrived in Saint Vincent on March 24th, 2010, just in time to call my mother for her birthday. We where happy to see land, but in all honesty the crossing was so peaceful that it was almost sad getting there. After settling in Young Island around 5pm, we picked up a bit, went for the first swim in the Caribbean, cleaned up and then went out for diner at one of the nice beach restaurants in the bay. We had local curried chicken, grilled BBQ chicken and a few ICE COLD beeeers…yumm, yumm, DELICIOUS!
We decided beforehand to stay in Saint Vincent for a few days, we didn’t want to rush since there where so many things to see. Our first day was focused on doing the check-in in Kingstown and getting fresh groceries, since we where already in town we decided to do some research on home style cooking the end result being a lovely and affordable restaurant called “ Sunshine” in the heart of town. Second day was focused on buying the Pilot book for the Windward Islands, dropping off charity clothes in the hospital and visiting the Botanical Garden which happens to be the oldest one in the western hemisphere dating back to 1765 (http://en.wikipedia.org/wiki/Botanic_Gardens_St._Vincent). While waiting for the Maxi Cab I met a very nice woman by the name of Eves who was nice enough to accompany us to the Hospital in view of the fact that it was complicated figuring out where to transfer at to catch the cab that went that direction, we parted at the hospital exit having already settled Sunday lunch on “Tobago” with her and her three boys. The hospital was on the road that led to the Botanical Gardens, the maxi cab ride took only a few minutes and at the entrance we met Jeffrey, a friendly school teacher who offered his services as guide; in the end it was a good deal given that we wouldn’t have been able to recognize the different variety of trees and plants…the only thing we would have been able to recognize was the cow;-).Being that we had realized that distance wise everything was closer than what it seemed, we decided to walk back to town passing by the two main churches, one being Saint George’s Angelical Cathedral and Saint Mary’s Catholic Cathedral. The ride back to Young Island was once again a Hip-Hop rally experience, we where dumb enough not to film it so you could get a better idea. Third day was dedicated to the eastern part of the Island- Georgetown which in better days was wealthy from the sugar industry, now it is probably the poorest town in the island but it seats underneath La Soufrière volcano (http://en.wikipedia.org/wiki/Soufri%C3%A8re_(volcano)) which was
our goal.




On the fourth day we left Saint Vincent to go meet our friends (from Barcelona) Alessandro and Marisa from “Black Sheep” in Bequia- first Island in the Grenadines, there we started our chill session that lasted all the way to Grenada. From there, at least my tension built up since we had heard stories about Venezuelan pirates robbing sail boats that where headed to Trinidad. Luckily we did not encounter any problems reaching Trinidad on the 18th of April. To our surprise Silvia and Beppe -which we had met at La Graciosa in Canary Island, where there with their sailboat “Tacabanda” and the day after Magdalena and Carlos which we met via SSB during the crossing arrived with their catamaran “Prati”.





After intensive cleaning days on the dock and many happy-hour rum punch with our friends we finally left “Tobago” on the dry dock hoping to find it safe in our return. Normally Trinidad is hurricane safe but you never know with the new and unpredictable weather conditions. Let’s hope for the best!






Saturday, April 17, 2010

Attraversata atlantica

Il dolce fruscio del mare sullo scafo accarezza i nostri spiriti infondendoci un`immensa senzazione di pace e serenita´. Tobago naviga silenzioso in questa notte oceanica cullandoci col suo armonioso rollio, poco a poco i nostri ritmi rallentano trasportandoci ad un contatto unico con la natura che ci circonda.
Mi affaccio in pozzetto e milioni di stelle brillanano in un cielo terso, profondo,illimitato e che con l´abituarsi dell´occhio svela continuamente nuovi astri: senzazione costante di rinnovata immensita`.
L’aliseo soffia moderato, padre del nostro viaggio spinge la nostra piccola casa nella vastita’ marina all’inseguemento di un sogno per tanto tempo coltivato.
Sono ormai 9 giorni che siamo partiti, all’improviso la vita ci ha sorriso regalandoci la chiave per riaprire la porta sull’orrizzonte blu e noi l’abbiamo varcata alla prima occasione. Nel giro di una settimana Tobago era pronta per salpare verso un mese di totale indipendenza, 6000 km nel grandissimo atlantico.
Nei giorni che precedettero la partenza ero alquanto nervoso, milioni di pensieri si accavallavano nella mia mente, immaginandomi scenari sempre nuovi, difficolta’ da superare, contromosse da attuare. Le condizioni meteo non erano certo d’aiuto, quest’inverno alle isole Canarie e’ stato alquanto anomalo: il famoso anticiclone delle Azzorre che generoso genera l’aliseo di NE quest’anno e’ stato per molto tempo rintanato molto a S dando cosi’ spazio libero alle burrasche atlantiche che puntuali quasi ogni settimana arrivavano a spazzolare l’arcipelago canario, a volte leggere altre alquanto violente. Se volevamo partire dovevamo infilarci nella “finestra meteo” buona per “scappare” verso S e trovare velocemente riparo e sicurezza nella stabilita’ dell’anticiclone.
Per fortuna oggigiorno le previsioni sono abbastanza affidabili, ciononostante mettersi a giocare con fenomeni cosi’ grandi non lascia tanto spazio alla serenita’...
Domenica 28 febbraio e’ l’occasione giusta una burrasca e’ appena passata e fino a martedi’ non ne arrivera’ un’altra. Dovremo aver tempo a sufficienza per allontanarci abbastanza da non soffrirne troppo...
Salpiamo al mattino da Fuerteventura, salutiamo gli amici Yurin e Riccardo che con macchina fotografica e saluti immortalano questo gran giorno.
Issiamo le vele e via con vento in poppa a 6kn di velocita’ verso SSW, ormai siamo in ballo.
Tra lunedi’ e martedi’ la prevista depressione ci scombussola un po’, il vento ruota progressivamente da NW a N poi, E, SE, SW ed infine si stabilisce da WNW nella serata di lunedi’. Regoliamo le vele ben ridotte per l’andatura controvento, e piano piano saliamo e scendiamo dalle onde in un movimento alquanto scomodo ma comunque non ancora pericoloso. Gia’ al mattino 2-3 metri onda ci sballotolano per bene, ma Tobago non fa una piega, sotto il controllo del pilota automatico naviga nel mare formato e noi possiamo permetterci di “aspettare” nell’asciutta cabina che il tempo migliori controllando ogni 15 minuti che tutto vada bene e che nessuna nave incroci la nostra rotta.
Martedi’ sera il vento e’ di nuovo da N, poco a poco il mare si calma e la navigazione riprende piacevole col vento in poppa. Ormai e’ fatta, siamo sufficientemente a S da essere fuori dalla traiettoria delle burrasche, d’ora in poi sara’ una gran galoppata col vento in poppa.
Mercoledi’ si svela con un’alba serena, dormiamo, mangiamo riprendendoci dalla sballottata di ieri e prendendo confidenza coi dolci movimenti dell’aliseo.
Ad una media di 120nm al giorno ci avviciniamo all’arcipelago di Capo Verde e Domenica 7 marzo lo lasciamo alla nostra destra. Questa zona di mare e’ spesso ventosa e puntualmente non tradisce, il mare si gonfia ed il pilota automatico deve lavorare molto per mantenere la barca in rotta. Atziri mi sveglia di sopprassalto alle 4 del mattino: il pilota si e’ rotto! Prontamente metto in funzione quello vecchio che tenevamo di scorta e subito cerco di capire quale tipo di avaria interessi il nuovo. Durante la giornata di lunedi’ riesco a improvvisare una riparazione e riprende a funzionare apparentemente perfettamente...
D’ora in poi il vento si manterra’ costante fino all’arrivo, le giornate scorrerano tra letture,partite a backgammon e belle dormite. Ogni giorno abbiamo tre appuntamenti radio via onde corte, due con una rete di naviganti italiani e l’altro con un simpaticissimo argentino, Alessandro, che offre assistenza metereologica gratuita alle barche in navigazione. Questo ci permette di essere monitorati costantemente e sopratutto e’ un’occasione molto piacevole di scambiare impressioni e ascoltare altre avventure di differenti imbarcazioni e trarne preziose lezioni...
Durante gli ultimi 10 giorni c’e’ ancora tempo per la definitiva avaria del nuovo pilota automatico, che questa volta si rompe per davvero, dovremo poi ringraziare di cuore il vecchio, quasi pensionabile che ci ha stupito per la sua affidabilita’...
Durante gli ultimi tre giorni il vento ritorna fresco, quasi a volerci spingere nell’ultima volata verso l’arrivo, alle 01:00 del 24 marzo, il Sud di Barbados e’ al nostro traverso, e’ fatta!! I delfini ci accolgono, con balzi che possiamo solo intuire nell’oscurita’ ma con i loro sibilii che mai prima avevo avuto la possibilita´d’ascoltare, dall’interno di Tobago sono ben nitidi i loro richiami rendendo questo momento ancora piu’ magico.
La soddisfazione e’grandissima, siamo riusciti ad arrivare benissimo, senza aver commesso nessun errore, completamente sani, e con la barca in perfetto stato, grande Tobago!
Le 90 miglia che ci separano da St Vincent, scorrono veloci nell’entusiasmo dell’arrivo, nella gioia d’incontrare i primi uccelli tropicali, nell’incrociare le prime barchette di pescatori e alle 17.30 siamo all’ormeggio nel Sud dell’isola colmi di felicita’ ma anche un po’ amareggiati per la fine di un’esperienza tanto grande e bella che sicuramente ci accompagnera’ dentro di noi per il resto della nostra vita. Grazie Oceano, Grazie Tobago!

Wednesday, January 27, 2010

reGraciosa



...reGraciosa...appunto...


Quest'isola non stanca mai, per quanto possa sembrare piccola e indurci a pensare che dopo un po' possa essere noiosa, non e' affatto cosi'; anzi, solo col tempo si comincia ad apprezzarne veramente la filosofia, le persone del luogo,l'anima del villaggio, i mille colori del tramonto, la serenita' di un luogo incontaminato...

Con Renzo e Felice abbiamo stretto una bella amicizia, passavamo le serate al bar con Mingo, il pescatore/velista dell'isola,con Miguel, un gallego in viaggio su una bellissima barca di legno, discutendo di pesca dei merluzzi, di mare, di genti di mare, ascoltandando gli incredibili racconti di Mingo, le mille avventure che solamente tanti navigatori di passaggio possono portare a queste bellisime genti: naufragi, salvataggi, pesche miracolose...che pace!!
Finalmente mio padre si e' deciso di venirci a trovare cosi' il 10 gennaio salpiamo per Fuerteventura, passando da Lanzarote dove l'amichissimo Sacha ci ha portato a conoscere la sua magica isola a bordo della sua sgargiante "Furgo" rossa...

Dopo aver navigato una settimana tra Lanzarote e Fuerteventura arriviamo a Gran Tarajal dove ritroviamo i nostri amici e dove presto ci raggiungera' mio padre.


















Qualche novita'...














E' passato ormai piu' di un mese da quei grigi momenti a Las Galletas ed ora la vita ha ripreso quel colore vivace che tanto amiamo.
Prima di tutto il nostro caro motore ha ripreso a funzionare perfettamente, anzi forse meglio, le perdite d'olio sono diminuite moltissimo e anche all'orecchio sembra essere piu' regolare. Il 19 dicembre,l'indomani seguente alla riparazione,abbiamo lasciato Las Galletas con un bel SW forza 4-5 e a buona velocita' abbiamo raggiunto i nostri amici "livornesi" a Fuerteventura:sono state 150 nm fantastiche, riprendere a navigare e' stata una liberazione, la prova che eravamo guariti e che da quel momento tutto era possibile...
A Gran Tarajal de Fuerteventura abbiamo ritrovato dei carissimi amici: Barbara e Alessandro col nuovo venuto Diego, Yuri sullo Scacco Matto e Riccardo con la bella Pajarita
Ale e Yuri li conosco ormai da un bel po', da quando ho iniziato a navigare diciamo, ricordo ancora quando a Livorno li tempestavo di domande sulla vela e loro con pazienza sopportavano la mia curiosita' che avvolte so puo' essere stancante... ricordo che un professore delle superiori quando esageravo mi dava del logorroico...Grazie carissimi!!
Dopo aver passato un bel Natale in compagnia di Barbara, Yuri e Diego salpiamo nuovamente verso la Graciosa dove pensiamo di festeggiare l'anno nuovo e passare un po' di tempo.
Anche li' ritroviamo a sorpresa due carissimi amici caorlotti Felice e Renzo su Pacifica, anche loro sulla via dell'ecquatore ma che per motivi di lavoro di Felice hanno dovuto rimandare il viaggio all'anno prossimo, Felice per lo meno, Renzo ha trovato un passaggio su una barca di amici ed ora e' gia' a Capo Verde...