Saturday, April 17, 2010

Attraversata atlantica

Il dolce fruscio del mare sullo scafo accarezza i nostri spiriti infondendoci un`immensa senzazione di pace e serenita´. Tobago naviga silenzioso in questa notte oceanica cullandoci col suo armonioso rollio, poco a poco i nostri ritmi rallentano trasportandoci ad un contatto unico con la natura che ci circonda.
Mi affaccio in pozzetto e milioni di stelle brillanano in un cielo terso, profondo,illimitato e che con l´abituarsi dell´occhio svela continuamente nuovi astri: senzazione costante di rinnovata immensita`.
L’aliseo soffia moderato, padre del nostro viaggio spinge la nostra piccola casa nella vastita’ marina all’inseguemento di un sogno per tanto tempo coltivato.
Sono ormai 9 giorni che siamo partiti, all’improviso la vita ci ha sorriso regalandoci la chiave per riaprire la porta sull’orrizzonte blu e noi l’abbiamo varcata alla prima occasione. Nel giro di una settimana Tobago era pronta per salpare verso un mese di totale indipendenza, 6000 km nel grandissimo atlantico.
Nei giorni che precedettero la partenza ero alquanto nervoso, milioni di pensieri si accavallavano nella mia mente, immaginandomi scenari sempre nuovi, difficolta’ da superare, contromosse da attuare. Le condizioni meteo non erano certo d’aiuto, quest’inverno alle isole Canarie e’ stato alquanto anomalo: il famoso anticiclone delle Azzorre che generoso genera l’aliseo di NE quest’anno e’ stato per molto tempo rintanato molto a S dando cosi’ spazio libero alle burrasche atlantiche che puntuali quasi ogni settimana arrivavano a spazzolare l’arcipelago canario, a volte leggere altre alquanto violente. Se volevamo partire dovevamo infilarci nella “finestra meteo” buona per “scappare” verso S e trovare velocemente riparo e sicurezza nella stabilita’ dell’anticiclone.
Per fortuna oggigiorno le previsioni sono abbastanza affidabili, ciononostante mettersi a giocare con fenomeni cosi’ grandi non lascia tanto spazio alla serenita’...
Domenica 28 febbraio e’ l’occasione giusta una burrasca e’ appena passata e fino a martedi’ non ne arrivera’ un’altra. Dovremo aver tempo a sufficienza per allontanarci abbastanza da non soffrirne troppo...
Salpiamo al mattino da Fuerteventura, salutiamo gli amici Yurin e Riccardo che con macchina fotografica e saluti immortalano questo gran giorno.
Issiamo le vele e via con vento in poppa a 6kn di velocita’ verso SSW, ormai siamo in ballo.
Tra lunedi’ e martedi’ la prevista depressione ci scombussola un po’, il vento ruota progressivamente da NW a N poi, E, SE, SW ed infine si stabilisce da WNW nella serata di lunedi’. Regoliamo le vele ben ridotte per l’andatura controvento, e piano piano saliamo e scendiamo dalle onde in un movimento alquanto scomodo ma comunque non ancora pericoloso. Gia’ al mattino 2-3 metri onda ci sballotolano per bene, ma Tobago non fa una piega, sotto il controllo del pilota automatico naviga nel mare formato e noi possiamo permetterci di “aspettare” nell’asciutta cabina che il tempo migliori controllando ogni 15 minuti che tutto vada bene e che nessuna nave incroci la nostra rotta.
Martedi’ sera il vento e’ di nuovo da N, poco a poco il mare si calma e la navigazione riprende piacevole col vento in poppa. Ormai e’ fatta, siamo sufficientemente a S da essere fuori dalla traiettoria delle burrasche, d’ora in poi sara’ una gran galoppata col vento in poppa.
Mercoledi’ si svela con un’alba serena, dormiamo, mangiamo riprendendoci dalla sballottata di ieri e prendendo confidenza coi dolci movimenti dell’aliseo.
Ad una media di 120nm al giorno ci avviciniamo all’arcipelago di Capo Verde e Domenica 7 marzo lo lasciamo alla nostra destra. Questa zona di mare e’ spesso ventosa e puntualmente non tradisce, il mare si gonfia ed il pilota automatico deve lavorare molto per mantenere la barca in rotta. Atziri mi sveglia di sopprassalto alle 4 del mattino: il pilota si e’ rotto! Prontamente metto in funzione quello vecchio che tenevamo di scorta e subito cerco di capire quale tipo di avaria interessi il nuovo. Durante la giornata di lunedi’ riesco a improvvisare una riparazione e riprende a funzionare apparentemente perfettamente...
D’ora in poi il vento si manterra’ costante fino all’arrivo, le giornate scorrerano tra letture,partite a backgammon e belle dormite. Ogni giorno abbiamo tre appuntamenti radio via onde corte, due con una rete di naviganti italiani e l’altro con un simpaticissimo argentino, Alessandro, che offre assistenza metereologica gratuita alle barche in navigazione. Questo ci permette di essere monitorati costantemente e sopratutto e’ un’occasione molto piacevole di scambiare impressioni e ascoltare altre avventure di differenti imbarcazioni e trarne preziose lezioni...
Durante gli ultimi 10 giorni c’e’ ancora tempo per la definitiva avaria del nuovo pilota automatico, che questa volta si rompe per davvero, dovremo poi ringraziare di cuore il vecchio, quasi pensionabile che ci ha stupito per la sua affidabilita’...
Durante gli ultimi tre giorni il vento ritorna fresco, quasi a volerci spingere nell’ultima volata verso l’arrivo, alle 01:00 del 24 marzo, il Sud di Barbados e’ al nostro traverso, e’ fatta!! I delfini ci accolgono, con balzi che possiamo solo intuire nell’oscurita’ ma con i loro sibilii che mai prima avevo avuto la possibilita´d’ascoltare, dall’interno di Tobago sono ben nitidi i loro richiami rendendo questo momento ancora piu’ magico.
La soddisfazione e’grandissima, siamo riusciti ad arrivare benissimo, senza aver commesso nessun errore, completamente sani, e con la barca in perfetto stato, grande Tobago!
Le 90 miglia che ci separano da St Vincent, scorrono veloci nell’entusiasmo dell’arrivo, nella gioia d’incontrare i primi uccelli tropicali, nell’incrociare le prime barchette di pescatori e alle 17.30 siamo all’ormeggio nel Sud dell’isola colmi di felicita’ ma anche un po’ amareggiati per la fine di un’esperienza tanto grande e bella che sicuramente ci accompagnera’ dentro di noi per il resto della nostra vita. Grazie Oceano, Grazie Tobago!